I tempi dei procedimenti penali infiniti per noi gente comune.
Attendo da 23 mesi di poter vedere,ascoltare le ragioni di coloro che han causato la morte di mio figlio,le motivazioni per cui appunto a distanza di 23 mesi dal Tribunale di Genova non mi giunge alcuna risposta.
Il nostro legale mi autorizza a pubblicare memorie dell'opposizione all'archiviazione.
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Non comprendo??
Perchè dare informazioni agli assassini??
Ho ancora molti motivi,fatti, per oppormi ad eventuali altri tentativi di archiviazioni.
ALL’ILL.MO GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
PRESSO IL TRIBUNALE DI GENOVA
MEMORIA EX ART. 121 C.P.P.
Proc. Pen. n ------/08/44 R.G.N.R., P.M. Dott. Francesco CARDONA ALBINI
Ill.mo G.I.P. Dott.ssa Annalisa GIACALONE
Il sottoscritto Avvocato Francesco TRAVERSI, quale difensore di fiducia di ELIANTONIO Maria, madre di ELIANTONIO Manuel, persona offesa, come da procedimento penale in epigrafe specificato, con la presente memoria ex art. 121 C.p.p., espone:
Dall’ esame degli atti d’indagine e dalla relazione del C.T.U. medico legale Dott. Andrea GIANELLI CASTIGLIONE, si osserva quanto segue:
In ordine all’ora della morte di ELIANTONIO Manuel.
Il C.T.U. Dott. Andrea GIANELLI CASTIGLIONE, nelle conclusioni della sua consulenza medico legale, afferma che “la morte è avvenuta nella notte del 25/07/2008, circa 6-8 ore prima del rinvenimento della salma”.
Il Medico – Legale, nella narrativa della relazione (per ben due volte, a pag. 32 e 34), indica il rinvenimento del cadavere alle ore 01.00 del 25/07/2008, pur riferendo, sempre a pag. 32, che ELIANTONIO Manuel era stato visto vivo dai compagni di cella alle ore 2.00 del 25/07/2008.
Dalle annotazioni della Polizia Penitenziaria e dalle dichiarazioni rese dai compagni di cella, risulta invece che il corpo esanime di ELIANTONIO Manuel è stato rinvenuto, in data 25/07/2008, alle ore 06.50 circa.
Stando alle conclusioni del medico legale (e non alla sua narrativa, frutto di un probabile mero errore), la morte di ELIANTONIO Manuele, dunque, sarebbe avvenuta in un arco di tempo compreso tra le ore 22.50 del 24/07/2008 e le ore 00.50 del 25/07/2008.
Invero, tale orario è assolutamente incompatibile con le dichiarazioni rese dai compagni di cella del deceduto.
Si evidenzia, infatti, che:
- AYANRU Abiodun, in data 25/07/2008, ha dichiarato: “L’ultima volta che ho visto l’ELIANTONIO vivo è stato alle ore 02.00 circa del mattino, in quanto addormentandomi verso le ore 22.00 circa, mi sono poi alzato intorno a quell’ora e assieme ad altri due miei compagni (DIOUM Goumbo e PISSARELLO) abbiamo preso il caffè…”.
- DIOUM Goumbo, in data 25/07/2008, ha dichiarato “Sono andato a dormire intorno alle ore 02.00 del mattino in quanto ho preparato del caffè…In quel momento l’ELIANTONIO era sul suo letto che dormiva”.
- PISSARELLO Simone, in data 25/07/2008, ha dichiarato “Intorno alle ore 02.00 sono andato a dormire. ELIANTONIO era a dormire nel suo letto”.
A fronte di quanto sopra, si ritiene, inoltre, improbabile e/o impossibile che, in detta cella, di pochi metri quadrati, nessuno dei detenuti abbia udito, per un’intera notte, alcun rumore (stando alla versione ufficiale: di Manuel che si alzava per andare in bagno, prelevava il fornellino dalla cucina, staccava la bomboletta dal medesimo e li portava nel bagno, inalava il gas ivi contenuto, subiva gli effetti dell’assunzione del gas ed ancora, con tutta evidenza, si lamentava per il dolore, provava a chiedere aiuto, cadeva con le braccia e la testa verso terra ecc.).
Così come si ritiene improbabile che nessuno dei detenuti della cella si sia recato in bagno nelle 6 – 8 ore che precedettero il rinvenimento del corpo di ELIANTONIO Manuel.
Inoltre, si rileva, che i compagni di cella, hanno dichiarato di aver avvertito odore di gas nel bagno, al momento del rinvenimento del cadavere.
Quanto dichiarato da detti detenuti si ritiene inverosimile: non é’ possibile che il poco gas contenuto in una piccola bomboletta (e dunque il suo odore) sia rimasto per più di 6 – 8 ore presente nel locale in oggetto (visto che, risalendo la morte del ragazzo a quell’ora, l’inalazione deve essere avvenuta necessariamente prima).
Si noti, peraltro, che il gas butano ha un’ estrema volatilità, come affermato anche dallo stesso medico legale a pag. 34 della prima consulenza depositata.
Il “forte odore di gas”, inoltre, non è stato rilevato dall’agente FERRAIOLI Antonio, entrando nel bagno.
Se detto odore è rimasto per un’intera notte nel locale, perché i compagni di cella non lo hanno mai avvertito per tutto l’arco della stessa, dato che, come riferito da CONTORNO Giuseppe, la porta del bagno non era chiusa, ma solo accostata?
Sul rinvenimento del corpo di ELIANTONIO Manuel.
L’Ispettore Capo Carlo CARTA, intervenuto in loco a seguito della comunicazione dell’Agente Antonio FERRAIOLI, rinveniva ELIANTONIO Manuel “seduto sul bidet, appoggiato con la schiena alla parete, con il capo e gli arti superiori riversi sul lato sinistro ed entrambi gli arti inferiori puntati contro la parete metallica (lato destro), divisoria del locale cucina, che contrapponendo il peso del corpo evitavano la caduta dello stesso”.
I detenuti della cella dichiaravano di aver visto ELIANTONIO Manuel seduto sul bidet con le braccia e la testa piegata verso sinistra che toccava il pavimento.
Nessun compagno di cella ha riferito di aver visto gli arti inferiori del deceduto “puntati” contro la parete metallica sul lato destro.
A fronte di quanto sopra, si evidenzia che risulta essere praticamente impossibile che un corpo senza vita possa restare, per molte ore (6 – 8 stando all’esito della consulenza), “seduto” su un bidet con la testa appoggiata a terra sul lato sinistro.
E’ evidente, infatti, che, nell’arco di un’intera notte, il peso della testa, toccante terra, avrebbe dovuto certamente causare la caduta del corpo di Manuel, anche laddove le gambe fossero rimaste in qualche modo “puntate” (ma, si noti, non incastrate) contro la parete del lato destro.
Peraltro, il detenuto AYANRU Abiodun, nell’immediatezza del rinvenimento del cadavere, riferiva di aver visto per terra delle macchie di un rosso strano.
Detta affermazione non risulta essere stata oggetto di indagine da parte del P.M. ed esaminata dal C.T.U..
In ordine alla bomboletta di gas, presuntivamente utilizzata dal deceduto.
Il C.T.U. ha ritenuto che la causa del decesso sia stata: “ arresto cardiaco conseguente ad inalazione da butano”.
Secondo il consulente tecnico, ELIANTONIO Manuel avrebbe inalato il gas contenuto nella bomboletta di uno dei tre fornellini utilizzati dai detenuti per cucinare, previo il distacco della stessa dal relativo fornellino.
Il P.M., da quanto acquisito, ha ritenuto che il fornellino e la bomboletta, al momento del ritrovamento del cadavere, si trovavano nel bagno, a terra, vicino al corpo di ELIANTONIO Manuel.
Sul punto, deve invece evidenziarsi che il detenuto della cella BARBAS Alex, in data 25/07/2008, dichiarava: “Il ragazzo teneva in mano una bomboletta e a terra ho visto il fornello. Ho subito tolto la bombola e l’ ho gettata nel bidone della spazzatura nel bagno. Un altro compagno ha poi rimesso il fornello a posto”.
Dunque, tale testimone oculare, nell’immediatezza dei fatti, riferiva, differentemente dagli altri compagni di cella, che ELIANTONIO Manuel aveva la bomboletta in mano (essa, dunque, non si trovava a terra); e non vi è motivo di dubitare in ordine a tale versione, in quanto lo stesso detenuto associa tale ricordo ad una sua ben precisa azione, compiuta immediatamente dopo:
“ho subito tolto (dalle mani) la bombola e l’ ho gettata nel bidone della spazzatura nel bagno”.
Orbene, come è possibile che un cadavere abbia potuto stringere nelle proprie mani un oggetto (la bomboletta) per 6 – 8 ore, senza che essa sia caduta a terra?
Inoltre, non si comprende come mai la Polizia Penitenziaria, in data 25/07/2008, alle ore 09.30, procedeva al sequestro di un fornellino di colore verde e di una bomboletta di colore blu, staccata dal fornellino, rinvenuti sul lavandino del cucinino della cella.
Trattasi della medesima bomboletta che sarebbe stata utilizzata da ELIANTONIO Manuel e che, dunque, avrebbe dovuto essere rinvenuta nel bidone della spazzatura del bagno?
Perché non sono stati sequestrati anche gli altri due fornellini presenti nella cella, in uno con le relative bombolette?
Ma soprattutto, perché tale bomboletta non è stata analizzata?
E’ del tutto evidente, infatti, che da una sua analisi si sarebbe potuto appurare se (e se sì in quale quantità) il gas contenuto nella stessa fosse stato effettivamente spruzzato.
Sul punto, deve peraltro evidenziarsi che, come fatto prontamente rilevare dai familiari, ELIANTONIO Manuel “ non si sarebbe neppure avvicinato ad una bomboletta di gas” in quanto aveva una vera e propria fobia verso tale sostanza, dovuta ad un evento traumatico patito dallo stesso nell’infanzia: l’incendio del forno di casa a seguito dello scoppio del medesimo.
La madre del deceduto ELIANTONIO Maria ha evidenziato, nella denuncia, che, a causa di tale fobia, Manuel utilizzava accendini ricaricabili che, una volta scarichi, lasciava a casa della mamma, riprendendoli soltanto dopo che la stessa li aveva ricaricati.
ELIANTONIO Manuel, inoltre, preparava la caffetteria e poi chiedeva alla madre di accendere il gas, allontanandosi nel frattempo; piuttosto che accendere i fornelli, infatti, preferiva mangiare i cibi freddi e se non c’era nulla di pronto addirittura non mangiava.
A fronte di quanto sopra, appare dunque alquanto improbabile che il deceduto ELIANTONIO Manuel abbia utilizzato la bomboletta di cui sopra, maneggiando senza alcun timore il fornellino a cui la stessa era collegata.
Ad ogni modo, la circostanza ora riferita avrebbe dovuto essere comunque vagliata dagli inquirenti, ma così non è stato.
Si fa, inoltre, evidenziare che nessun compagno di cella ha mai visto ELIANTONIO Manuel “sniffare gas”.
Sulle condizioni psicologiche di ELIANTONIO Manuel e sulle denunce di maltrattamenti effettuate dal medesimo.
Si rileva come anche tali dati non siano stati vagliati con completezza, dagli inquirenti.
Anzitutto, la lettera scritta, in data 15/07/2008, da ELIANTONIO Manuel ai familiari, ricevuta dalla madre in data 24/07/2008 (giorno precedente al decesso).
In tale missiva, Manuel denunciava: “mi riempiono di botte almeno una volta alla settimana…mi riempiono di psicofarmaci…se non li prendo mi ricattano con le lettere e le domandine che faccio…Sono in isolamento almeno quattro giorni alla settimana…”.
A chi e cosa si riferiva il detenuto? A quale “trattamento” veniva sottoposto? Da parte di chi?
V’è poi la denuncia sporta dal sig. ELIANTONIO Angelo, nonno di Manuel, il quale ha riferito di aver ricevuto, in data 20/07/2008, una telefonata del nipote dal carcere, nella quale Manuel faceva presente al proprio congiunto di essere preoccupato perché i compagni di cella, di etnia romena, lo avevano massacrato di botte, gli avevano sottratto con la forza la spesa e lo costringevano a spendere i soldi disponibili sul suo libretto.
ELIANTONIO Angelo aveva allora domandato al nipote i nomi dei responsabili di tali fatti, ma la comunicazione si era “misteriosamente” interrotta.
A fronte di tali denunce, risulta evidente la carenza di indagini sul punto; in particolare, nessuno di tali detenuti romeni è stato interrogato.
Eppure, i loro nomi erano facilmente rinvenibili, trattandosi dei precedenti compagni di cella di ELIANTONIO Manuel.
Tenuto altresì conto del fatto che, pur trovandosi in celle diverse, durante il giorno tutti i detenuti vengono “in contatto” tra loro.
Inoltre, si rileva che il C.T.U. ha precisato ed evidenziato quanto emergente dalla cartella sanitaria del deceduto ELIANTONIO Manuel, la quale in data 7 luglio 2008 evidenzia due ipotesi di “autolesionismo” di cui una, alle ore 15.00, “contusione in regione nasale, con richiesta di esame Rx naso”; l’altra, alle ore 23.10, “lesione a livello della base della fronte”.
Quanto richiamato induce questo difensore a ritenere che il deceduto, nelle occasioni di cui sopra, abbia subito lesioni riconducibili all’azione violenta di terzi e che, solo per uso dell’ambiente carcerario, ELIANTONIO Manuel abbia omesso di denunciare la persona e/o le persone responsabili.
Inoltre, nessuna indagine è stata espletata in ordine alla denuncia fatta dai familiari di ELIANTONIO Manuel, circa il trattamento sanitario a cui questi era sottoposto e circa i ricatti subiti dal medesimo.
E’, peraltro, evidente che l’assunzione di alcuni farmaci (tra cui gli psicofarmaci rinvenuti nel corpo del defunto) era senz’altro incompatibile con il suo stato di salute (soggetto affetto da Epatite C, diagnosticata già nel 2007).
D’altronde, un vero e proprio indizio (davvero inquietante) di detta incompatibilità è rappresentato dal rinvenimento, in sede di autopsia, di una pastiglia di forma quadrata, colore rosa, nel prepuzio del deceduto.
Si fa, comunque, rilevare (come traspare dalla lettera di cui sopra, così come dal colloquio avuto il giorno precedente al decesso con la Dott.ssa Isa Vilma BRUSETTI, assistente sociale psicologa del SerT) che ELIANTONIO Manuel era in buone condizioni emotive, felice per l’imminente scarcerazione, che sarebbe avvenuta, per fine pena, il giorno 2/08/2008.
In ordine all’autopsia eseguita dal Dott. Andrea GIANELLI CASTIGLIONE ed agli esiti della stessa.
Come già evidenziato, il C.T.U. ha ritenuto che la causa del decesso di ELIANTONIO Manuel sia stata: “arresto cardiaco conseguente ad inalazione da butano”.
Secondo il consulente tecnico, “risulta del tutto evidente il ruolo svolto dall’inalazione di idrocarburi alifatici nel determinismo della morte dell’ELIANTONIO”.
Lo stesso C.T.U., però, evidenzia subito dopo che “solo pochi casi sono segnalati in letteratura di morte correlata ad incidenti dovuti ad inalazione di sostanze volatili e, in particolare, di idrocarburi alifatici come il propano ed il butano”; anche se poi è costretto a soffermarsi a lungo su tali pochi per sostenere la sua tesi.
Si noti, peraltro, che un presunto precedente episodio di inalazione di gas da parte del detenuto, il 20 giugno 2008, non aveva causato nessuna conseguenza a ELIANTONIO Manuel.
Inoltre, le quantità di gas rinvenute nel corpo del deceduto sono minime: meno di 0,5 mcg/ml di butano e soltanto “tracce” di isobutano e butene.
Peraltro, non vi è neppure la certezza che l’inalazione, se davvero vi è stata, sia stata spontanea.
In ogni caso, il C.T.U. ha omesso di indicare quale quantità di gas è necessario inalare per aversi un evento mortale e se la quantità rinvenuta nel corpo di ELIANTONIO Manuel avrebbe potuto effettivamente condurre al suo decesso o, comunque, esser causa di un arresto cardiaco.
Inoltre, si è già evidenziato come il C.T.U. abbia indicato un orario della morte assolutamente incompatibile con le dichiarazioni dei detenuti compagni di cella di ELIANTONIO Manuel e con le annotazioni della Polizia Penitenziaria.
Inoltre, si rileva che il C.T.U. non ha rinvenuto la presenza di “segni di lesività traumatica, ecchimosi, ferito o lesioni che possano far ricondurre il decesso ad altre cause”.
L’unica lesione riscontrata dal medico legale, a livello occipitale, veniva ritenuta del tutto ininfluente in ordine all’avvenuto decesso.
Queste, in breve, le determinazioni del C.T.U..
Sul punto, deve evidenziarsi quanto segue:
ELIANTONIO Maria ed altri familiari di ELIANTONIO Manuel, in data 25 luglio 2008, nel primo pomeriggio, si recavano presso l’obitorio ove potevano prendere visione del congiunto deceduto; ivi, fotografavano il corpo senza vita di ELIANTONIO Manuel.
Tali fotografie sono già state prodotte in atti; dalle stesse sembra emergere una condizione del cadavere differente da quella ritenuta dal C.T.U. a seguito dell’autopsia successivamente esperita il giorno successivo (26 luglio 2008).
In particolare:
Il viso ed il collo appaiono gonfi e con presenza di ematomi; il naso sembra deformato come se fratturato e dalla narice fuoriesce una colata di sangue coagulato che giunge sino al capo.
Il labbro superiore appare escoriato e tumido e l’occhio sinistro offeso, livido in fase regressiva, con il relativo zigomo deformato.
Sul viso, i capillari sono esplosi e vi sono segni di unghiate tra il naso e le labbra.
La gabbia toracica risulta apparentemente gonfia ed il ventre disidratato, con lividi sul lato sinistro color senape e rosso; sul braccio sinistro sono presenti molte striature e nel fianco sinistro, in corrispondenza della milza, un timbro.
La mano destra è arrossata e gonfia, con sospetta frattura del dito mignolo.
Infine, la postura tende sulla sinistra, il collo non è in asse con il capo e con le spalle, come se il deceduto avesse il collo spezzato o una paralisi del lato sinistro del corpo.
Si fa, inoltre, rilevare che, all’obitorio, ELIANTONIO Manuel indossava una nuova maglietta non sua e che, prima dell’autopsia, il suo corpo è stato ripulito con cura dagli addetti del servizio, tanto da apparire diverso in sede di C.T.U..
In ordine a quanto sopra dedotto, si
CHIEDE
Che l’ Ill.mo G.I.P. Dott.ssa Annalisa GIACALONE, presso l’Ufficio dei G.I.P. del Tribunale Ordinario di Genova,
VOGLIA
Respingere la richiesta di archiviazione del P.M. Dott. Francesco CARDONA ALBINI;
Disporre la restituzione degli atti alla Procura affinchè sia effettuata un’integrazione delle indagini preliminari;
In particolare, disporre la rinnovazione della C.T.U. medico legale, al fine di accertare la causa effettiva della morte di ELIANTONIO Manuel nonchè gli eventuali responsabili della stessa, valutando altresì l’opportunità di escutere, quali persone informate dei fatti, i congiunti parenti, gli agenti di custodia, i sanitari e gli psicologi che hanno seguito il detenuto, nonché gli altri soggetti all’epoca detenuti presso la Sezione del carcere di Marassi ove si trovava il defunto.
Si designa sin da ora il Prof. Dott. Carlo TORRE, dell’Università di Torino, Medicina Legale, quale C.T.P., per l’espletamento della rinnovanda C.T.U., per l’accertamento delle cause effettive del decesso.
Con perfetta osservanza.
Torino, addì 11 gennaio 2010.
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